Di tutt’altro genere si presenta l’antroterapia, particolarmente diffusa ad Ischia e che, a dispetto del nome poco attraente, può rappresentare un’ applicazione estremamente rilassante.
In sostanza si tratta di una permanenza non troppo prolungata (da un minimo di dieci minuti ad un massimo di sessanta minuti) in anfratti naturali contraddistinti da una temperatura ambientale piuttosto elevata, dovuta alla presenza nelle vicinanze di sorgenti minerali di acqua calda.
Anche fra grotta e grotta è possibile fare una distinzione: esistono infatti caverne particolarmente umide, invase dai vapori che scaturiscono dalle sorgenti e in cui la temperatura non supera di regola i 40 °C.
Esse costituiscono una sorta di sauna naturale, ben diverse dall’altro tipo di anfratto, noto come “grotta secca”, dove, in assenza quasi totale di umidità, la temperatura può raggiungere anche i 70 °C.
E queste caratteristiche specifiche si rivelano essenziali per stabilire un corretto uso terapeutico dei diversi anfratti, anche se in generale si può affermare che l’antroterapia favorisce, con l’intensificarsi della sudorazione, le funzioni di ricambio, e, innescando un aumento della temperatura corporea, anche il sistema cardiocircolatorio e respiratorio.
Indicazioni: tutte le forme infiammatorie croniche delle vie aeree (tranne quelle tubercolari).
Impiego: un ciclo di inalazioni comprende 18-20 applicazioni. Il trattamento può essere ripetuto più volte durante un anno; replicandolo per più anni consecutivi, si rivela utile ai fini della prevenzione e della riabilitazione.
Foto copertina: Grotta per Antroterapia del Parco Termale Negombo